È puramente personale la posizione che nella lettera viene assunta? Non crediamo. Essa non può non essere la posizione di una larga cerchia di intellettuali che negli anni 1919-20 simpatizzavano con la rivoluzione proletaria e che in seguito non hanno voluto prostituirsi al fascismo trionfante, essa è anche, incoscientemente, la posizione di una parte dello stesso proletariato, anche di compagni del Partito, che non hanno saputo resistere allo stillicidio quotidiano degli avvenimenti reazionari, nello stato di isolamento e di dispersione loro creato dal terrore fascista: ciò appare da tutta una serie di fatti ed è confessato apertamente dalla corrispondenza privata. L'amico S. non si pone dal punto di vista di un partito organizzato: gli sfuggono perciò le sue conseguenze e le molte contraddizioni in cui cade e giunge quindi fino all'assurdo, mettendo cosí in chiaro egli stesso la debolezza e la falsità dei suoi ragionamenti.
S. crede che l'avvenire sarà del nostro Partito. Ma come potrebbe continuare ad esistere, come potrebbe svilupparsi il Partito comunista - come cioè potrebbe trovarsi in grado, dopo la caduta del fascismo, di dominare e guidare gli avvenimenti, se oggi si annientasse nell'atteggiamento di assoluta passività prospettato dallo stesso S.? La predestinazione non esiste per gli individui e tanto meno per i partiti: esiste solo l'attività concreta, il lavoro ininterrotto, la continua adesione alla realtà storica in isviluppo, che dànno agli individui e ai partiti una posizione di preminenza, un ufficio di guida e di avanguardia.
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