Il sorgere e il rafforzarsi delle opposizioni costituzionali infonde nuova forza nel proletariato, che di nuovo affluisce nel Partito e nei sindacati. Se il Partito comunista interviene attivamente nel processo di formazione delle opposizioni, lavora per determinare nella base sociale delle opposizioni una differenziazione di classi, ottenendo che le masse contadine si orientino verso un programma di governo operaio e contadino, ecco che il proletariato non è piú «assente» come prima, ecco una linea di lavoro politico in cui si risolvono i problemi di oggi e quelli di domani, in cui si prepara e si organizza il domani e non solo lo si aspetta dal destino.
Questa linea di lavoro politico è dunque contraria tanto alle opposizioni costituzionali quanto al fascismo, anche se l'opposizione costituzionale sostenga un programma di libertà e di ordine che sarebbe preferibile a quello di violenza e di arbitrio del fascismo. La verità è che l'opposizione costituzionale non attuerà mai il suo programma che è un puro strumento di agitazione contro il fascismo: non lo attuerà perché esso vorrebbe dire a breve scadenza che una tale «catastrofe» si verifichi e non lo attuerà perché tutto lo sviluppo della situazione è controllato in Italia dalla forza armata della Milizia nazionale. Lo sviluppo dell'opposizione e i caratteri che essa assume sono tuttavia fenomeni molto importanti, sono i documenti della impotenza del fascismo a risolvere i problemi vitali della nazione, sono un richiamo quotidiano alla realtà obbiettiva che nessuna raffica di male parole può annientare.
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