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      Abbattere il fascismo significa in definitiva, schiacciare definitivamente queste forze e ciò non si può ottenere che sul terreno dell'azione diretta. Qualsiasi soluzione parlamentare sarà impotente. Qualunque sia il carattere del governo che da tale soluzione potesse derivare, si tratti del rimpasto del governo di Mussolini o dell'avvento di un governo cosiddetto democratico (ciò che d'altronde è assai difficile) nessuna garanzia potrà avere la classe operaia che i suoi interessi ed i suoi diritti piú elementari saranno tutelati, anche nei limiti consentiti da uno Stato borghese e capitalista, fino a quando quelle forze non saranno eliminate.
      Per ottenere ciò, occorre lottare contro di esse sul terreno su cui è possibile vincere sul serio e cioè sul terreno dell'azione diretta. Sarebbe un'ingenuità affidare questo compito allo Stato borghese, sia pure liberale e democratico, il quale non esiterebbe a ricorrere al loro aiuto nel caso non si sentisse abbastanza forte per difendere il privilegio della borghesia e mantener soggetto il proletariato.
      Da tutto ciò deriva la conclusione che una reale opposizione al fascismo può essere condotta solo dalla classe operaia. I fatti dimostrano quanto fosse rispondente a realtà la posizione da noi assunta in occasione delle elezioni generali, opponendo all'opposizione costituzionale l'«opposizione operaia» come la sola base reale ed efficace per abbattere il fascismo. Il fatto che forze non operaie confluiscano sul fronte della lotta antifascista, non cambia la nostra affermazione secondo la quale la classe operaia è la sola classe che possa e debba essere la guida direttiva in questa lotta.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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