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      Ma per questo occorre che una organizzazione di combattimento sia creata, alla quale gli elementi migliori della classe lavoratrice aderiscano con entusiasmo e convinzione, attorno alla quale le grandi masse si stringano fiduciose e sicure. È necessaria una organizzazione nella quale prenda carne e figura una volontà chiara di lotta, di applicazione di tutti i mezzi che dalla lotta sono richiesti, senza i quali nessuna vittoria totale mai ci sarà data. Una organizzazione che sia rivoluzionaria non solo nelle parole e nelle aspirazioni generiche, ma nella struttura sua, nel suo modo di lavorare, nei suoi fini immediati e lontani. Una organizzazione in cui il proposito di riscossa e di liberazione delle masse diventi qualcosa di concreto e definito, diventi capacità di lavoro politico ordinato, metodico, sicuro, capacità non solo di conquista immediata e parziale, ma di difesa di ogni conquista realizzata e di passaggio a conquiste sempre piú alte e a quella che tutte le deve garantire, la conquista del potere, la distruzione dello Stato dei borghesi e dei parassiti, la sostituzione ad esso di uno Stato di contadini e di operai.
      Queste cose hanno inteso gli operai riformisti che nel ricordare il loro Capo caduto hanno chiesto di entrare nel nostro Partito.
      Il sacrificio di Matteotti - essi dicono ai loro compagni - si celebra lavorando alla creazione del solo strumento per cui l'idea da cui Egli era mosso, l'idea della redenzione completa dei lavoratori, possa ricevere attuazione e realtà: il partito di classe degli operai, il partito della rivoluzione proletaria.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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