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      Le forze piú grandi sono portate alle opposizioni dai popolari e dai riformisti che hanno largo seguito nelle città e nelle campagne. L'influenza di questi due partiti viene integrata dai costituzionali amendoliani, che portano al blocco l'adesione di larghi strati dell'esercito, del combattentismo, della corte. La divisione del lavoro di agitazione avviene tra i vari partiti a seconda della loro tradizione e del loro compito sociale. I costituzionali, poiché la tattica del blocco tende a isolare il fascismo, hanno la direzione politica del movimento. I popolari conducono la campagna morale sulla base del processo e delle sue concatenazioni col regime fascista, con la corruzione e la criminalità fiorite intorno al regime. I riformisti riassumono questi due atteggiamenti e si fanno piccini piccini per far dimenticare il loro passato demagogico, per far credere di essersi redenti e di essere tutt'una cosa con l'on. Amendola e col senatore Albertini.
      L'atteggiamento compatto e unitario delle opposizioni ha registrato dei successi notevoli: è un successo indubbiamente aver provocato la crisi del «fiancheggiamento», aver cioè obbligato i liberali a differenziarsi attivamente dal fascismo e a porgli delle condizioni. Ciò ha avuto già e piú avrà in seguito ripercussioni nel seno del fascismo stesso, e ha creato un dualismo tra il Partito fascista e l'organizzazione centrale del combattentismo. Ma esso ha spostato ancora a destra il punto di equilibrio del blocco delle opposizioni, cioè ha accentuato il carattere conservatore dell'antifascismo: i massimalisti non se ne sono accorti, i massimalisti sono disposti a fare le truppe di colore non solo di Amendola e di Albertini, ma anche di Salandra e di Cadorna.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





Albertini Partito Amendola Albertini Salandra Cadorna