È recente infatti la formazione di un Partito riformista, ma non è recente il riformismo in Italia. Se Filippo Turati, capo di questa corrente, ha potuto essere scambiato per molto tempo come socialista, ciò è avvenuto a causa della lentezza con cui si sono sviluppati i partiti in Italia. Studiosi ed osservatori inglesi si stupivano infatti fin da prima della guerra di vedere la borghesia italiana avere Turati in considerazione di socialista. Ma l'errore non è stato commesso soltanto dalla classe borghese: lo stesso errore è stato fino a qualche anno fa accreditato anche presso la classi lavoratrici. Che cosa sia il socialismo di Turati e del suo partito oggi è chiaro, a tutti; esso è un liberalismo democratico, che, come negli altri paesi capitalisti, tiene la funzione di «sinistra borghese». Prima di arrivare a chiarire cosí la funzione del riformismo in Italia, molte lezioni sono state necessarie alla classe operaia, compresa quella del fascismo, la piú terribile e la piú vicina storicamente. È solo con gli avvenimenti del dopo guerra e con l'esperienza del proletariato internazionale che la classe operaia giunge anche in Italia all'elaborazione di una sana dottrina politica marxista, in modo da distinguere le due funzioni di socialismo e riformismo.
Prima della guerra il partito politico della classe operaia era rimasto uno solo: il Partito socialista. Per molti anni in questo Partito si erano svolti dibattiti sul socialismo rivoluzionario e sulle riforme, sulla collaborazione e sull'intransigenza.
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