Esempio tipico: l'occupazione delle fabbriche.
La funzione e la natura controrivoluzionaria dei riformisti si sono però chiaramente rivelate in quest'ultimo periodo, dopo la formazione d'una salda avanguardia rivoluzionaria in Italia e gli sviluppi politici determinati dal fascismo. Ogni maschera è caduta. I riformisti hanno dovuto apparire nella loro vera luce, malgrado osino richiamarsi ancora assai blandamente ai princípi della lotta di classe. La loro funzione di servi del capitalismo e di agenti borghesi nel movimento operaio è risultata con grande evidenza dagli ultimi fatti e specialmente dai provvedimenti presi dai capi confederali, con la recente espulsione di tre organizzatori comunisti. Qual è l'esatto significato di questa mossa dei capi confederali? Essa non può essere spiegata, se non ponendola in rapporto alle trattative in corso fra popolari, giolittiani e riformisti. Staccati dall'avanguardia rivoluzionaria della classe operaia, i socialisti non potevano che finire nelle braccia della borghesia. Questo processo che si è verificato da tempo negli altri paesi capitalisti, va rapidamente compiendosi anche in Italia. I riformisti, dopo aver sabotato il movimento rivoluzionario, non si sono acquistati abbastanza titoli di gloria agli occhi della classe borghese, per meritarne la fiducia. Essi devono mostrare ora che non solo sono disposti a sabotare il movimento operaio rivoluzionario, ma anche a combatterlo; devono cioè rassicurare la borghesia che la loro tattica e il loro programma di governo non sono diversi dalla tattica e dal programma dei laburisti inglesi e dei socialdemocratici tedeschi.
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