[Interruzioni, rumori.] Il movimento rivoluzionario vincerà il fascismo. [Commenti.]
«La Rivoluzione liberale» e il fronte unico operaio(30)
Dell'antifascismo borghese la posizione degli scrittori di Rivoluzione liberale è stata e rimane per ora, senza dubbio, la piú avanzata. Attorno alla rivista torinese di Gobetti, sul cui orientamento politico ha esercitato una influenza decisiva il movimento dei Consigli di fabbrica e lo studio da vicino dell'avanguardia del proletariato rivoluzionario torinese, si è raccolta una schiera di intellettuali che nell'osservazione dei fatti storici e degli antagonismi delle classi sociali si sono, sotto un certo aspetto, impadroniti del metodo di indagine marxista, ma svuotandolo del contenuto rivoluzionario e dello spirito proletario. Cosí si spiega come Rivoluzione liberale, spesso, si trovi ad occupare posizioni piú avanzate degli stessi partiti socialisti, i quali, di fronte al fascismo, tendono a riportare indietro il movimento operaio, togliendogli ogni carattere autonomo e ogni fisionomia classista, per fare di esso soltanto un movimento liberale piccolo-borghese.
Rivoluzione liberale (n. 21, maggio 1925) fa un bilancio della condotta dell'Aventino. Poiché «nella impostazione aventiniana», essa dichiara di avere le sue «responsabilità», è naturale che difenda queste responsabilità, pur criticando in parte la tattica «illusionista» dei partiti aventiniani. Ma quel che importa nel «bilancio» di Rivoluzione liberale è la conseguenza alla quale essa giunge, pur prendendo come punto di partenza delle premesse che appaiono ingiustificate se non sono meglio precisate.
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