Tale è - per esempio - quella in cui Rivoluzione liberale afferma di sapere che «Mussolini è il piú forte» e «che la maggioranza degli italiani è con lui». Questo è esatto solo nel senso che i fascisti dànno a queste affermazioni: «sono italiani cioè soltanto i fascisti; i fascisti sono con Mussolini, dunque Mussolini ha con sé la maggioranza degli italiani». Altrimenti, dovremmo chiedere a Rivoluzione liberale una definizione della «maggioranza». Comunque sia, non è qui il punto principale del «bilancio» di Rivoluzione liberale, il quale mira a stabilire la nuova condotta dell'élite di giovani che capiscono la situazione formatasi attorno all'Aventino. Secondo la rivista liberale torinese, «sono scomparse per sempre le situazioni centriste». «L'Aventino ha anche contato» scrive R.L. «sulle classi medie. Ma queste per la loro natura equivoca sono sempre col vincitore... Quei partiti aventiniani che si annunciavano come rappresentanti delle classi medie, come futuri partiti di governo, i partiti di democrazia e in parte i popolari e gli unitari, perderanno terreno nel prossimo futuro». Stabilito inoltre che la nuova Camera, quando ci sarà, non potrà essere che una Camera piú fida al duce, Rivoluzione liberale giunge a questa conclusione:
Dev'esser oramai acquisito che la sola riserva solida di ogni nuova politica futura è il «movimento operaio». Se intorno all'Aventino si è venuta formando una élite di giovani che capiscono la situazione, essi hanno il dovere di smetterla con le inconcludenti polemiche contro i comunisti che minacciano di diventare un inutile diversivo, di non occuparsi di teoria delle classi medie, di non escogitare astuzie di colpi di mano, «ma di lavorare con lealtà per il fronte unico operaio, anche se questo lavoro, per le attuali condizioni di depressione delle masse, non è per dare frutti immediati».
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