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      Il pericolo di destraSi può dire che potenzialmente esista nel nostro Partito un pericolo di destra. Esso è legato alla situazione generale del paese. Le opposizioni costituzionali, quantunque storicamente siano scadute dalla loro funzione fin da quando hanno rigettato la nostra proposta di creare l'Antiparlamento continuano tuttavia a sussistere politicamente accanto ad un fascismo consolidato. Poiché le perdite subite dalla opposizione, se hanno rafforzato il nostro Partito, non l'hanno però rafforzato nella stessa misura in cui si è consolidato il fascismo, che ha nelle mani tutto l'apparato statale, è evidente che nel nostro Partito, di fronte ad una tendenza di estrema sinistra, che crede giunto ad ogni istante il momento di passare all'attacco frontale del regime che non può disgregarsi per le manovre dell'opposizione, potrà nascere, se non esiste già, una tendenza di destra, i cui elementi demoralizzati dall'apparente strapotere del Partito dominante, disperando che il proletariato possa rapidamente rovesciare il regime nel suo complesso, incominceranno a pensare che sia per essere migliore tattica quella che porti, se non addirittura ad un blocco borghese-proletario per l'eliminazione costituzionale del fascismo, per lo meno ad una tattica di passività reale, di non-intervento attivo del nostro Partito, la quale permetta alla borghesia di servirsi del proletariato come di una massa di manovra elettorale contro il fascismo. Di tutte queste possibilità e probabilità, il Partito deve tener conto affinché la sua giusta linea rivoluzionaria non subisca deviazioni.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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