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      Il Partito, se deve considerare il pericolo di destra come una possibilità da combattersi con la propaganda ideologica e con mezzi disciplinari ordinari ogni volta che ciò si dimostra necessario, deve invece considerare il pericolo di estrema sinistra come una realtà immediata, come un ostacolo allo sviluppo non solo ideologico ma politico del Partito, come un pericolo che deve essere combattuto non solo con la propaganda ma anche con l'azione politica, perché immediatamente porta alla disgregazione dell'unità anche formale della nostra organizzazione, perché tende a creare un partito nel Partito, una disciplina contro la disciplina del Partito. Vuol dire questo che noi si voglia giungere ad una rottura con il compagno Bordiga e con quelli che si dicono suoi amici? Vuol dire che noi vogliamo modificare la base fondamentale del Partito quale si era costituita al Congresso di Livorno ed era stata conservata al Congresso di Roma? Certamente e assolutamente, no. Ma la base fondamentale del Partito non era un fatto puramente meccanico: essa si era costituita sulla accettazione incondizionata dei princípi e della disciplina dell'IC. Non siamo noi che abbiamo posto in discussione questi princípi e questa disciplina; non sarebbe quindi da ricercare in noi la volontà di modificare la base fondamentale del Partito. Occorre inoltre dire che per il 90 per cento se non piú dei suoi membri, il Partito ignora le questioni che sono sorte tra la nostra organizzazione e l'Internazionale comunista.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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