Ma perché il compagno Bordiga vuole fare questa distinzione nella storia dell'Internazionale tra il II Congresso ed i successivi tre congressi? Nell'articolo sulla «questione Trotzki» il compagno Bordiga sostiene che la storia dell'Internazionale si divide in due parti: fino alla morte di Lenin, dopo la morte di Lenin. Nell'articolo sulla natura del Partito invece la seconda fase incomincia già dal III Congresso, cioè da un periodo in cui Lenin era vivo ed era nel massimo della sua efficienza intellettuale e politica. Dal corso della discussione apparirà chiaro questo punto che è fondamentale per la discussione del Partito: apparirà che per il compagno Bordiga il movimento rivoluzionario italiano si trova nuovamente in una fase simile a quella che intercorse tra il II Congresso e Livorno, in una fase cioè in cui si debbono organizzare frazioni perché ci possiamo trovare (anzi ci troviamo) dinanzi a un problema di scissione. Come spiegare altrimenti gli accenni che il compagno Bordiga ha fatto, nei punti della sinistra e nell'articolo sulla natura del Partito, al gruppo dell'Ordine Nuovo, accenni malevoli, pieni di astio e di rancore, non rivolti a cancellare le differenziazioni ma invece ad inasprirle e a farle apparire incolmabili? Il compagno Bordiga, tra l'altro, ha però dimenticato una «piccola» cosa: che anche ponendo il II Congresso come pietra di paragone per comprendere la situazione attuale del nostro Partito, non è certo il gruppo dell'Ordine Nuovo che può venire diminuito nella funzione che ha sempre svolto per la preparazione del movimento comunista italiano.
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