Esso doveva chiudere tutta un'epoca della vita del nostro Partito, ponendo termine alle crisi interne e determinando uno schieramento stabile di forze tale da permettere uno sviluppo normale della sua capacità di direzione politica delle masse da parte del Partito e quindi della sua capacità d'azione.
Ha il Congresso effettivamente risolto questi compiti? Indubbiamente tutti i lavori del Congresso hanno dimostrato come, nonostante le difficoltà della situazione, il nostro Partito sia riuscito a risolvere la sua crisi di sviluppo, raggiungendo un livello di omogeneità, di compattezza e di stabilizzazione notevole e certamente superiore a quello di molte altre sezioni dell'Internazionale. L'intervento nelle discussioni di Congresso dei delegati di base, alcuni dei quali venuti dalle regioni dove piú è difficile l'attività del Partito, ha dimostrato come gli elementi fondamentali del dibattito fra l'Internazionale e il CC da una parte e l'opposizione dall'altra, siano stati non solo meccanicamente assorbiti dal Partito, ma, avendo determinato una convinzione consapevole e diffusa, abbiano contribuito ad elevare in misura impreveduta anche dagli stessi compagni piú ottimisti, il tono della vita intellettuale della massa dei compagni e la loro capacità di direzione e di iniziativa politica.
Questo ci pare il significato piú rilevante del Congresso. È risultato che il nostro Partito non solo può dirsi di massa per l'influenza che esso esercita sui larghi strati della classe operaia e della massa contadina, ma perché ha acquistato nei singoli elementi che lo compongono una capacità di analisi delle situazioni, di iniziativa politica e di forza dirigente, che nel passato gli mancavano e che sono la base della sua capacità di direzione collettiva.
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