Su questa serie di problemi l'enorme maggioranza del Congresso si è nettamente pronunciata in senso favorevole alle tesi del CC ed ha respinto non solo senza la minima concessione, ma anzi insistendo sulla necessità della intransigenza teorica e della inflessibilità pratica, le concezioni dell'opposizione che potrebbero mantenere il Partito in uno stato di deliquescenza e di amorfismo politico e sociale.
2) Rapporti del Partito con la classe proletaria (cioè con la classe di cui il Partito è diretto rappresentante, con la classe che ha il compito di dirigere la lotta anticapitalistica e di organizzare la nuova società). In questo gruppo di problemi rientra l'apprezzamento della funzione del proletariato nella società italiana, cioè del grado di maturità di tale società a trasformarsi da capitalista in socialista e quindi della possibilità per il proletariato di diventare classe indipendente e dominante.
Il Congresso ha perciò discusso:
a) la quistione sindacale, che per noi è essenzialmente quistione della organizzazione delle piú larghe masse, come classe a sé stante, sulla base degli interessi economici immediati, e come terreno di educazione politica rivoluzionaria;
b) la quistione del fronte unico, cioè dei rapporti di direzione politica fra la parte piú avanzata del proletariato e le frazioni meno avanzate di esso.
3) Rapporti della classe proletaria nel suo complesso con le altre forze sociali che oggettivamente sono sul terreno anticapitalistico, quantunque siano dirette da partiti e gruppi politici legati alla borghesia; quindi in primo luogo i rapporti fra il proletariato e i contadini.
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