Un oratore sostenne che il sindacato è storicamente superato, perché unica azione di massa del Partito deve essere quella che si svolge nelle fabbriche. Questa tesi, legata alle piú assurde posizioni dell'infantilismo estremista, fu nettamente ed energicamente respinta dal Congresso.
Per un altro oratore invece l'unica attività del Partito in questo campo deve essere l'attività organizzativa sindacale tradizionale: questa tesi è legata strettamente a una concezione di destra cioè alla volontà di non urtare troppo gravemente con la burocrazia sindacale riformista che si oppone strenuamente ad ogni organizzazione di massa.
L'opposizione dell'estrema sinistra era guidata da due direttive fondamentali: la prima, di carattere essenzialmente congressuale, tendeva alla dimostrazione che la tattica delle organizzazioni di fabbrica, sostenuta dal CC e dalla maggioranza del Congresso, è legata alla concezione dell'Ordine Nuovo settimanale che, secondo l'estrema sinistra, era proudhoniana e non marxista; l'altra è legata alla questione di principio in cui la estrema sinistra si contrappone nettamente al leninismo: il leninismo sostiene che il Partito guida la classe attraverso le organizzazioni di massa e sostiene quindi come uno dei compiti essenziali del Partito lo sviluppo dell'organizzazione di massa; per l'estrema sinistra invece questo problema non esiste e si dànno al Partito tali funzioni che possono portare da una parte alle peggiori catastrofi e dall'altra ai piú pericolosi avventurismi.
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