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      Infatti, perché la terra ai contadini e non le officine agli operai? Solo quindi la rivoluzione operaia, la rivoluzione bolscevica, poteva dare la terra ai contadini. Il Mondo si affanna inutilmente a distinguere fra Oriente e Occidente, a difendere persino quei miserabili trucchi che furono le riforme agrarie di Polonia e di Romania. E veramente la borghesia liberale e democratica ha dimostrato di che cosa è capace. Distribuí ai contadini qualche pezzo di terra garantendo naturalmente laute indennità ai proprietari. Adesso si sta tranquillamente riprendendo le terre, perché i contadini non possono pagare le imposte e le quote di indennizzo da cui sono oppressi. In quei paesi si ritorna veramente verso il latifondo anche nelle regioni dove, dopo la guerra, esso era stato spezzato. Ma in Russia la situazione è diversa: lo Stato ha proclamato proprietà collettiva la terra e ne ha poi concesso l'uso ai produttori, obbedendo alla irresistibile volontà dei contadini. Si dice che si tratta solamente di formule; l'affermazione dei grandi princípi non è invece mai priva di effetto anche se la loro realizzazione non è mai completa. Potremmo chiedere ai liberali e ai democratici del Mondo in quale paese i princípi liberali e democratici si sono mai completamente realizzati. Ma non si può negare che essi abbiano informato di sé questi due ultimi secoli.
      È inevitabile che nella massa dei contadini si manifestino differenze, sorgano contadini agiati e contadini medi; ma il fatto stesso che i primi saranno sempre una piccola minoranza, pone i loro interessi in contrasto con quelli della massa dei contadini poveri e dei salariati.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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