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      Essi guardano a Mosca, alla rivoluzione che ha dato la libertà alle classi lavoratrici, che ha dato gli strumenti della produzione ai produttori, che ha posto le basi di una società in cui lo sfruttamento capitalistico sarà soppresso. Contro la rivoluzione russa, le borghesie liberali e democratiche adoperarono dapprima la forza. I governi delle democrazie di Francia e di Inghilterra, di cui il Mondo è entusiasta, in nome degli immortali princípi, libertà, ecc.; armarono e sovvenzionarono tutti i controrivoluzionari. Tutti gli avventurieri che si prestarono nel ridurre la loro patria in rovina furono sconfitti. Si ricorse allora alla politica del «ferro spinato». L'accerchiamento fu rotto. Siamo adesso in una fase di lotta relativamente piú facile. Siamo alle campagne di stampa non per persuadere i popoli degli errori bolscevichi - ché ormai questi argomenti non attaccano piú - ma per persuadere del fallimento comunista. È questa la parola d'ordine a cui obbediscono tutti: fascisti e socialdemocratici, conservatori e liberali. Anche essa sarà inutile. Come agli inizi del secolo XIX tutte le speranze dei popoli si rivolgevano alla Rivoluzione francese, e invano infuriavano la reazione e la Santa Alleanza, cosí oggi si guarda, dall'Asia come dall'Europa, alla Rivoluzione russa.
      Può darsi che queste campagne di stampa non siano che la preparazione di nuovi attacchi armati. C'è invero un duello a morte tra la Russia e la società capitalistica: ma noi non dubitiamo della vittoria che - signori del Mondo - realizzerà per i popoli la democrazia e la libertà che invano si cercano nei vostri amatissimi regimi di Francia e di Inghilterra.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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