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      La classe operaia che in Russia ha lo Stato nelle mani, ha interesse oggi, se vuol costituire un mercato interno capace di assorbire la produzione industriale, di promuovere e favorire lo sviluppo dell'agricoltura. Siccome l'agricoltura in Russia è ancora arretrata e la conduzione agricola non può non essere individuale, lo sviluppo economico delle classi agricole russe porta necessariamente ad un certo arricchimento di uno strato superiore della campagna. Ogni operaio capisce che, se si fa una politica per ottenere che cento contadini da mille lire di reddito l'anno passino ad un reddito di duemila lire, diventando capaci di comperare dalla industria socializzata piú oggetti di quanto potessero comperare con le mille lire primitive, non si può impedire che su questi cento contadini alcuni non solo passino dalle mille alle duemila lire, ma possano, per determinate congiunture estremamente favorevoli, giungere alle cinque o seimila lire: mentre all'altro polo cinque o sei contadini non solo non riescono a passare da mille a duemila lire di reddito, ma per congiunture estremamente sfavorevoli (morte di bestiame, uragani, ecc.) vedono ridurre a zero il loro reddito di mille lire.
      Ciò che è essenziale per la politica della classe operaia in Russia è che la massa centrale dei contadini, attraverso dei provvedimenti legislativi, realizzi i risultati che lo Stato operaio si propone, cioè diventi la base per la formazione di un risparmio nazionale che serva ad alimentare l'apparato generale di produzione in mano della classe operaia, permettendo a questo apparato non solo di mantenersi ma di svilupparsi.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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