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      Una scissione di questo genere, indipendentemente dai risultati numerici delle votazioni di congresso, può avere le piú gravi ripercussioni, non solo se la minoranza di opposizione non accetta con la massima lealtà i princípi fondamentali della disciplina rivoluzionaria di Partito, ma anche se essa, nel condurre la sua lotta, oltrepassa certi limiti che sono superiori a tutte le democrazie formali.
      Uno dei preziosi insegnamenti di Lenin è stato quello che noi dobbiamo molto studiare i giudizi dei nostri nemici di classe. Ebbene, cari compagni, è certo che i giornali e gli uomini di Stato piú forti della borghesia internazionale puntano su questo carattere organico del conflitto esistente nel nucleo fondamentale del Partito comunista dell'URSS, puntano sulla scissione del nostro Partito fratello e sono convinti che essa debba portare alla disgregazione e alla lenta agonia della dittatura proletaria, che essa debba determinare la catastrofe della Rivoluzione che non riuscirono a determinare le invasioni e le insurrezioni delle guardie bianche. La stessa fredda circospezione con cui oggi la stampa borghese cerca di analizzare gli avvenimenti russi, il fatto che essa cerca di evitare, per quanto le è consentito, la demagogia violenta che le era piú propria nel passato, sono sintomi che devono far riflettere i compagni russi e farli piú consapevoli della loro responsabilità. Per un'altra ragione ancora la borghesia internazionale punta sulla possibile scissione o su un aggravarsi della crisi interna del Partito comunista dell'URSS. Lo Stato operaio esiste in Russia ormai da nove anni.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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