Pagina (375/415)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      18 bis. La crisi seguita al delitto Matteotti ha fornito un esempio della possibilità che l'apparente stabilità del regime fascista sia turbata dalle basi per il prorompere improvviso di contrasti economici e politici approfonditisi senza che fossero avvertiti. Essa ha in pari tempo fornito la prova della incapacità della piccola borghesia a guidare ad un esito, nell'attuale periodo storico, la lotta contro la reazione industriale-agraria.
     
      Forze motrici e prospettive della rivoluzione
      19. Le forze motrici della rivoluzione italiana, come risulta oramai dalla nostra analisi sono, in ordine alla loro importanza, le seguenti:
      1) la classe operaia e il proletario agricolo;
      2) i contadini del Mezzogiorno e delle Isole e i contadini delle altre parti d'Italia.
      Lo sviluppo e la rapidità del processo rivoluzionario non sono prevedibili al di fuori di una valutazione di elementi soggettivi: cioè dalla misura in cui la classe operaia riuscirà ad acquistare una propria figura politica, una coscienza di classe decisa e una indipendenza da tutte le altre classi, dalla misura in cui essa riuscirà a organizzare le sue forze, cioè a esercitare di fatto un'azione di guida degli altri fattori e in prima linea a concretare politicamente la sua alleanza con i contadini.
      Si può affermare in linea generale, e basandosi del resto sulla esperienza italiana, che dal periodo della preparazione rivoluzionaria si entrerà in un periodo rivoluzionario «immediato» quando il proletariato industriale e agricolo del settentrione sarà riuscito a riacquistare, per lo svolgimento della situazione oggettiva e attraverso una serie di lotte particolari e immediate, un alto grado di organizzazione e di combattività.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





Matteotti Mezzogiorno Isole Italia