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      Quanto ai contadini, quelli del Mezzogiorno e delle Isole devono essere posti in prima linea tra le forze su cui deve contare la insurrezione contro la dittatura industriale-agraria, per quanto non si debba attribuir loro, all'infuori di una alleanza col proletariato, una importanza risolutiva. L'alleanza tra essi e gli operai è il risultato di un processo storico naturale e profondo, favorito da tutte le vicende dello Stato italiano. Per i contadini delle altre parti d'Italia il processo di orientamento verso l'alleanza col proletariato è piú lento e dovrà essere favorito da una attenta azione politica del partito del proletariato. I successi già ottenuti in Italia in questo campo indicano del resto che il problema di rompere l'alleanza dei contadini con le forze reazionarie deve essere posto, per gran parte, anche in altri paesi dell'Europa occidentale, come problema di distruggere la influenza della organizzazione cattolica sulle masse rurali.
      20. Gli ostacoli allo sviluppo della rivoluzione, oltre che dati dalla pressione fascista, sono in relazione con la varietà dei gruppi in cui la borghesia si divide. Ognuno di questi gruppi si sforza di esercitare una influenza sopra una sezione della popolazione lavoratrice per impedire che si estenda la influenza del proletariato, o sul proletariato stesso per fargli perdere la sua figura e autonomia di classe rivoluzionaria. Si costituisce in questo modo una catena di forze reazionarie, la quale partendo dal fascismo comprende i gruppi antifascisti che non hanno grandi basi di massa (liberali), quelli che hanno una base nei contadini e nella piccola borghesia (democratici, combattenti, popolari, repubblicani), e in parte anche negli operai (partito riformista), e quelli che avendo una base proletaria tendono a mantenere le masse operaie in una condizione di passività e far loro seguire la politica di altre classi (partito massimalista). Anche il gruppo che dirige la Confederazione del lavoro deve essere considerato a questa stregua, cioè come il veicolo di una influenza disgregatrice di altre classi sopra i lavoratori.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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