Come domani sarebbe capace di far trainare le locomobili sui rigidi rulli, quando monopolizzerà la ruota, se Prometeo non avesse ai rulli, ai tronchi d'albero su cui i selvaggi fanno ancora rotolare i volumi pesanti, sostituito a tempo la ruota, la ruota a raggi, la ruota rivestita d'acciaio, la sottile ruota rivestita dallo pneumatico che ha dato lo schiaffo piú vigoroso alla legge della gravità dei corpi. Il fisco è lo strangolatore sempre in agguato. Ha vietato il filo di platino che fa risparmiare i cerini per il gas, ha vietato per un certo tempo l'acciarino automatico, e ora lo vieta del tutto perché troppo difficile da controllare alla gabella, perché contiene troppi fiammiferi, e la grave tassa imposta d'un colpo solo farebbe tramortire il povero contribuente. Il fisco è pesante, è filisteo come tutte le cose borghesi, ma è pesantemente, filisteamente furbo. Non vuol far morire di colpo il contribuente. Tre soldi ogni due o tre giorni, sono una goccerellina di sangue ogni due o tre giorni, venti, trenta lire per un acciarino automatico sarebbero troppo grande salasso: il fisco vieta l'acciarino, come ha vietato il filo di platino per il gas, come vieterebbe volentieri gli interruttori per la luce elettrica, se questa fosse di consumo proletario generale, e non fosse un quasi privilegio.
Il fisco è il nemico di Prometeo. Il monopolio borghese è lo strangolatore di Prometeo, dello spirito che tende a sostituire il migliore al buono, l'ottimo al migliore, affinché una sempre maggiore quantità di uomini godano del benessere, siano cioè piú liberi dai ceppi delle leggi naturali.
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