Essa si è allargata dal Comune artigiano allo Stato nazionale, dal feudo nobilesco allo Stato nazionale borghese, in una affannosa ricerca di libertà ed autonomie. Tende ad allargarsi maggiormente, perché la libertà ed autonomie realizzate finora non bastano piú, tende a organizzazioni piú vaste e comprensive: la Lega delle Nazioni borghesi, l'Internazionale proletaria,
Il rivoluzionarismo nazionalista, la storicità della dottrina nazionalista è retorica e confusione.
Un romanzo economico-politicoIl nazionalismo è principio di energia e non rifugge dalle piú ardite innovazioni. Una di queste ardite innovazioni sarebbe, per il Maraviglia, il «sindacalismo integrale» di Filippo Carli.
Filippo Carli ha scritto, in numerose puntate, un deliziosissimo romanzo economico-politico. È una costruzione ciclopica, quella del Carli, che non trascura nulla: l'economia, la finanza, la morale, la politica vi trovano il loro piano prestabilito. Trascura una cosa sola: la storia, e la storia italiana in particolare. Per il Carli il maggior delitto che si sia perpetrato in omnibus saeculis saeculorum è l'assassinio delle corporazioni artigiane medioevali. Il suo sindacalismo integrale non è infatti che una programmazione delle corporazioni, ed è integrale perché non limitato ai comuni, ma esteso a tutta la nazione.
Il Carli propugna nient'altro che la instaurazione di uno Stato secondo ragione, uno Stato a priori, estratto dalla coscienza della classe dirigente. In esso si arriverebbe alla soppressione della lotta di classe, della cosí detta faziosità, della demagogia.
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