Dall'agosto 1917 la Spagna è controllata e oppressa dai Comitati militari, consigli irresponsabili di pretoriani che operano localmente, pensosi solo di mantenere intatti e accrescere privilegi e immunità ottenuti in un momento di paura.
Lo Stato non ha piú alcun potere e alcuna funzione; il dominio della legge è soppiantato dall'arbitrio di rozzi e crudeli uomini che si credono competenti in ogni scibile per virtù della sciabola e dei galloni. I generali minacciano, approvano, biasimano l'opera dei governi che non riescono a reggersi e ad esplicare una attività sistematica per questa ingerenza continua e provocatrice che toglie ogni prestigio alle istituzioni ed ha abolito di fatto lo Stato: il parlamento, la magistratura, la pubblica amministrazione sono state incorporate nell'attività generale del militarismo.
La vita collettiva della nazione è cosí uscita fuori, anche formalmente, da ogni legalità costituzionale e attraversa una fase sussultoria, che rende impossibile ogni previsione del futuro prossimo, che è distruzione di ricchezza e di vite umane, che è disordine crudele e caos barbarico. La Spagna è un paese senza Stato; [essa è entrata in modo definitivo, in quella fase oscura e catastrofica, caratterizzata dallo sciogliersi di ogni vincolo sociale omogeneo e dal disfacimento di ogni disciplina politica unitaria, verso la quale si avviano tutti gli aggregati capitalistici].
Le reazioni sociali a una tale «sistemazione» degli affari pubblici sono state diverse e di varia natura.
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