Oggi è nata un'istituzione «originale»: quella dello spezzatore di comizi. Migliaia e migliaia di operai si radunano a comizio nelle piazze. Gli operai hanno scarse possibilità di riunione. Hanno interesse a usufruire completamente di queste scarse possibilità. Il comizio è per la classe operaia il mezzo piú importante per acquistare una coscienza di classe; il capitalismo attraverso la produzione industriale cerca dividere la classe in tante categorie, in tanti gruppi, in tante comunità slegate e disperse: nelle manifestazioni di massa, nei comizi, la classe si ritrova tutta, il metallurgico accanto al muratore, il calzolaio accanto al falegname, il gommaio accanto al panettiere, e sente la sua unità nella vibrazione comune per uno stesso ideale, nell'accettazione comune di uno stesso programma, di uno stesso metodo di lotta. Ebbene no: lo spezzatore di comizio non può permettere che migliaia e migliaia di operai affermino in un comizio la stessa disciplina che essi attuano in tutte le manifestazioni della lotta di classe, non può permettere che con questa disciplina si creino le condizioni in cui solo un comizio può svolgersi ed essere utile per l'educazione della classe operaia. Lo spezzatore di comizio vuole che la sua personcina, gonfia di vento parolaio e di vanità, sovrasti le migliaia e migliaia di operai, sia superiore alle volontà riunite di migliaia e migliaia di operai: egli priva cosí la classe operaia delle scarse possibilità di riunione di cui dispone, non permette alla classe operaia di svolgere le sue manifestazioni, di dimostrare la sua forza, di acquistare piú chiara coscienza della sua volontà collettiva.
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