Molto sibillinamente la Stampa prevede (avviso a chi tocca!) che la seconda parte del programma di governo dell'on. Giolitti: restaurazione dello Stato, determinerà, da parte degli anarchici, dei comunisti e dei fascisti (!?) l'unanime e concorde grido d'allarme contro la reazione.
Cosa sarà dunque questa «reazione» che la Stampa preannuncia? Cosa significa «applicazione della giustizia», ecc., ecc.? Intanto occorre fissare questo punto: che l'on. Giolitti è sempre stato un reazionario, che l'on. Giolitti è stato anzi l'esponente tipico della reazione capitalistica italiana. Il capitalismo è reazionario quando non riesce piú a dominare le forze produttive di un paese. Il capitalismo italiano ha incominciato ad essere reazionario da quando il governo italiano, abbandonato il programma liberoscambista del conte di Cavour e della vecchia Destra, è diventato protezionista e «riformista». Incapace a dominare nei quadri della libera concorrenza le forze produttive italiane, il capitalismo ha ridotto lo Stato all'ufficio di un suo diretto agente commerciale, il capitalismo ha ridotto la milizia nazionale, la burocrazia, la magistratura, tutti gli istituti del potere governativo, all'ufficio di immediati strumenti del suo permanere e del suo svilupparsi. L'on. Giolitti è stato l'uomo politico piú rappresentativo di questa azione svolta dal capitalismo in Italia.
Oggi l'on. Giolitti continua e non può non continuare la sua politica tradizionale: egli è sempre lo stesso reazionario. Oggi l'on.
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