Il fascismo è l'illegalità della violenza capitalistica: la restaurazione dello Stato è la legalizzazione di questa violenza: è nota legge storica che il costume precede il giure. Il fascismo italiano ha incendiato l'Avanti! di Milano e di Roma, ha incendiato il Proletario di Pola e il Lavoratore di Trieste e nessun fascista è stato punito: lo Stato restaurato non incendierà piú, sopprimerà «legalmente». Il fascismo ha assaltato Camere del lavoro e municipi socialisti: lo Stato restaurato scioglierà «legalmente» le Camere del lavoro e i municipi che vorranno rimanere socialisti. Il fascismo assassina i militanti della classe operaia: lo Stato restaurato li manderà «legalmente» in galera e, restaurata anche la pena di morte, li farà «legalmente» uccidere da un nuovo funzionario governativo: il carnefice. Questo sviluppo è universale, si è verificato già in parte e continuerà a svilupparsi normalmente anche in Italia. I comunisti hanno preveduto questo sviluppo fin dallo scoppio della guerra mondiale, crisi decisiva dell'incapacità capitalistica a dominare le forze produttive mondiali senza l'intervento attivo e permanente della violenza diretta. Perciò i comunisti non grideranno alla reazione giolittiana come a cosa nuova. Continueranno a svolgere la loro azione, freddamente, metodicamente, coraggiosamente, persuasi di rappresentare l'avvenire della civiltà europea e mondiale, persuasi di rappresentare le forze che devono trionfare di tutto e di tutti, a meno che la civiltà umana non debba definitivamente essere sommersa dallo scatenamento di animalità e di barbarie determinato dall'imperialismo e dal militarismo.
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