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      Era avvenuto questo: la piccola borghesia, che si era asservita al potere governativo attraverso la corruzione parlamentare, muta la forma della sua prestazione d'opera, diventa antiparlamentare e cerca di corrompere la piazza.
      Nel periodo della guerra il Parlamento decade completamente: la piccola borghesia cerca di consolidare la sua nuova posizione e si illude di aver realmente raggiunto questo fine, si illude di aver realmente ucciso la lotta di classe, di aver preso la direzione della classe operaia e contadina, di aver sostituito l'idea socialista, immanente nelle masse, con uno strano e bislacco miscuglio ideologico di imperialismo nazionalista, di «vero rivoluzionarismo», di «sindacalismo nazionale». L'azione diretta delle masse nei giorni 2-3 dicembre, dopo le violenze verificatesi a Roma da parte degli ufficiali contro i deputati socialisti, pone un freno all'attivitą politica della piccola borghesia, che da quel momento cerca di organizzarsi e di sistemarsi intorno a padroni piś ricchi e piś sicuri che non sia il potere di Stato ufficiale, indebolito ed esaurito dalla guerra.
      L'avventura fiumana č il motivo sentimentale e il meccanismo pratico di questa organizzazione sistematica, ma appare subito evidente che la base solida dell'organizzazione č la diretta difesa della proprietą industriale e agricola dagli assalti della classe rivoluzionaria degli operai e dei contadini poveri. Questa attivitą della piccola borghesia, divenuta ufficialmente «il fascismo», non č senza conseguenza per la compagine dello Stato.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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