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      Dopo aver corrotto e rovinato l'istituto parlamentare, la piccola borghesia corrompe e rovina anche gli altri istituti, i fondamentali sostegni dello Stato: l'esercito, la polizia, la magistratura. Corruzione e rovina condotte in pura perdita, senza alcun fine preciso (l'unico fine preciso avrebbe dovuto essere la creazione di un nuovo Stato: ma il «popolo delle scimmie» č caratterizzato appunto dall'incapacitą organica a darsi una legge, a fondare uno Stato): il proprietario, per difendersi, finanzia e sorregge una organizzazione privata, la quale, per mascherare la sua reale natura, deve assumere atteggiamenti politici «rivoluzionari» e disgregare la piś potente difesa della proprietą, lo Stato. La classe proprietaria ripete, nei riguardi del potere esecutivo, lo stesso errore che aveva commesso nei riguardi del Parlamento: crede di potersi meglio difendere dagli assalti della classe rivoluzionaria, abbandonando gli istituti del suo Stato ai capricci isterici del «popolo delle scimmie», della piccola borghesia.
      Sviluppandosi, il fascismo si irrigidisce intorno al suo nucleo primordiale, non riesce piś a nascondere la sua vera natura. Conduce una campagna feroce contro l'on. Nitti presidente del consiglio, campagna che giunge fino all'aperto invito ad assassinare il primo ministro; lascia tranquillo l'on. Giolitti e gli permette di portare «felicemente» a termine la liquidazione dell'avventura fiumana; l'atteggiamento del fascismo verso Giolitti ha subito segnato la fortuna di D'Annunzio e ha posto in rilievo il vero fine storico dell'organizzazione della piccola borghesia italiana.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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