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      Quanto piú forti sono diventati i «fasci», quanto meglio inquadrati sono i loro effettivi, quanto piú audaci e aggressivi essi si dimostrano contro le Camere del lavoro, e i comuni socialisti, tanto piú caratteristicamente espressivo è stato il loro atteggiamento verso il D'Annunzio invocante l'insurrezione e le barricate. Le pompose dichiarazioni di «vero rivoluzionarismo» si sono concretate in un petardo inoffensivo fatto esplodere sotto un androne della Stampa!
      La piccola borghesia, anche in questa sua ultima incarnazione politica del «fascismo», si è definitivamente mostrata nella sua vera natura di serva del capitalismo e della proprietà terriera, di agente della controrivoluzione. Ma ha anche dimostrato di essere fondamentalmente incapace a svolgere un qualsiasi compito storico: il popolo delle scimmie riempie la cronaca, non crea storia, lascia traccia nel giornale, non offre materiali per scrivere libri. La piccola borghesia, dopo aver rovinato il Parlamento, sta rovinando lo Stato borghese: essa sostituisce, in sempre piú larga scala, la violenza privata all'«autorità» della legge, esercita (e non può fare altrimenti) questa violenza caoticamente, brutalmente, e fa sollevare contro lo Stato, contro il capitalismo, sempre piú larghi strati della popolazione.
      I becchini della borghesia italiana18
     
      Dove vuol giungere l'on. Giolitti? Chiunque abbia un briciolo di senno politico, a qualsiasi partito appartenga, non può non farsi questa domanda, dinanzi allo spettacolo offerto dall'Italia in questo momento.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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