Enormità inutili, da ogni punto di vista, anche dal punto di vista della piú rigida e angusta ragion di Stato, sono state lasciate commettere dopo l'armistizio. L'istituto della giustizia non è stato neppure capace di interpretare gli interessi piú reali e permanenti della borghesia: sarebbe forse bastato, per lo spirito popolare, un solo atto, forse anche la sola apparenza di un solo atto. Invece nulla, assolutamente nulla. Dall'incendio dell’Avanti! di Milano, nel 1919, fino a oggi, nessuno è stato condannato, nessuno è stato neppure molestato per le violenze contro i beni e contro le persone della classe operaia. O che si ritiene il popolo italiano composto di soli idioti, composto solo di ciechi, sordi, muti, composto solo di abbrutiti e demoralizzati? O che si ritiene che il popolo italiano sia assolutamente incapace di ricordare? Per quanto la classe borghese italiana, durante la guerra, abbia logorato una gran parte della sua intelligenza e della sua capacità a dirigere e governare le masse, tuttavia neppure il piú pessimista dei suoi avversari può pensarla ridotta a tal grado di abbrutimento e demoralizzazione. I polemisti della borghesia sentono che non si offende impunemente il sentimento piú profondo delle masse popolari: il sentimento della giustizia. Essi hanno l'impressione viva dell'abisso in cui la società italiana è stata spinta. Non c'è convinzione nei loro discorsi anticomunisti. Posti dinanzi all'orrore degli avvenimenti, questi uomini hanno perduto la tranquillità: essi non riescono piú a compilare i loro componimenti a freddo.
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Stato Milano
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