Gli industriali si dimettono dalle commissioni arbitrali. È anche questa una conseguenza logica della situazione. Gli industriali vogliono oggi riprendere tutto quanto il loro potere. Gli industriali non vogliono piú riconoscere limitazioni di sorta alla propria volontà. Essi hanno accettato i comitati arbitrali quando lo slancio rivoluzionario delle masse minacciava la loro esistenza. Ora che la situazione sembra favorevole ad ogni calcolo reazionario, i padroni non possono nemmeno badare a conservare qualche scrupolo. Apertamente, essi si sono messi per la via della ripresa integrale e dispotica del potere sulle masse operaie. Gli organizzatori socialisti che cosa sanno escogitare di fronte a queste tendenze della classe padronale? Tutto quello che gli organizzatori socialisti sanno fare è denunciare all'opinione pubblica l'inadempienza padronale e l'impotenza del ministro del lavoro. Ma intanto la classe operaia risente tutte le conseguenze dell'atteggiamento padronale e dell'incertezza dei suoi dirigenti. Mentre essi rivolgono domande al ministero del lavoro, cresce la fame; la miseria si moltiplica; la reazione si rafforza. Quegli organizzatori socialisti che durante la guerra andavano a stringere le mani insanguinate dei generali nei comitati di mobilitazione, sono gli stessi che oggi chiedono l'aiuto e l'intervento dei ministri del lavoro. Ieri essi si rendevano complici degli assassini che avevano scatenato la guerra infrenando lo slancio rivoluzionario delle masse con le decisioni dei comitati arbitrali; oggi lasciano la classe operaia indifesa, mentre dappertutto i padroni non rispettano piú i concordati e li violano a loro piacere.
| |
|