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      Fino al 1900 i capitalisti settentrionali cercarono in un'alleanza coi latifondisti meridionali di soffocare contemporaneamente la lotta di classe del proletariato industriale e le esplosioni di violenza delle classi povere del contadiname meridionale. Ma apparve chiaro che questa alleanza a lungo andare avrebbe capovolto la situazione, dando il potere dello Stato ai latifondisti e facendo perdere al settentrione le posizioni di privilegio conquistate con l'unità nazionale. Il tentativo di Umberto e di Sonnino di dare allo Stato una rigida struttura costituzionale, togliendo al Parlamento le prerogative di fatto che era riuscito a conquistare, fu il punto di risoluzione di queste lotte. Definitivamente, con l'uccisione dì Umberto, il capitalismo ebbe il sopravvento, e all'alleanza su piano nazionale delle classi proprietarie cercò di sostituire un sistema di alleanza col proletariato urbano, sulla cui base potesse svilupparsi, come negli altri paesi capitalistici, una vera democrazia parlamentare. Giolitti è il rappresentante tipico di questa tendenza, e tutta la storia del movimento socialista dal 1900 a oggi non è altro che il risultato delle successive combinazioni escogitate dal giolittismo per procurarsi l'appoggio delle classi operaie. In nessun paese come in Italia è stato favorito dai governi il sorgere e il sistemarsi di organizzazioni sindacali e cooperative. Attraverso il consolidarsi di questi interessi costituiti era presumibile che sarebbe nata dal seno della classe operaia tutta una stratificazione piccolo-borghese di funzionari che facilmente avrebbe ascoltato le parole di adescamento degli statisti borghesi.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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