Spregiudicato e cinico, l'on. Giolitti apertamente lascia che i francesi, molto meno riguardosi dei tedeschi, spadroneggino nel nostro paese. È naturale che i suoi bassi agenti, i vari Pippo Naldi del giornalismo, siano ancora piú cinici e spregiudicati del principale e giungano fino al piú sfacciato servilismo verso i funzionari dello Stato francese in Italia.
A parte gli episodi di corruzione individuale, la quistione degli influssi stranieri in Italia è la quistione fondamentale della nostra vita politica. Nei suoi termini essenziali essa può essere cosí definita: la classe piú conservatrice, quella dei grandi proprietari terrieri, approfitta della crisi industriale per riprendere il sopravvento in tutti gli Stati europei. La reazione, in tutta Europa, ha un carattere spiccatamente agrario. La Francia, dove i latifondisti conservano una maggiore potenza politica, diventa il centro reazionario mondiale. I conservatori di tutti i paesi si orientano verso la Francia e ne ricevono gli ordini. In Italia questa soggezione, per la maggior depressione generale del paese e per la maggior vigliaccheria delle classi di governo, si manifesta in forme piú brutali. Si è vista La Stampa, con tutta la schiera degli altri giornali giolittiani, partecipare alla manovra dei conservatori francesi per la caduta di Briand durante la conferenza di Washington (pubblicazione del telegramma di Pertinax sull'incidente Briand-Schanzer). Si è vista la democrazia giolittiana rovesciare il ministro Bonomi per rimandare la conferenza di Genova, secondo gli intendimenti del signor Poincaré. Ma i nittiani procederebbero diversamente?
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