Il partito socialista nella sua ideologia e nel suo programma rifletteva il caos che regnava nelle campagne; tutta la sua attività si riduceva a declamazioni massimaliste, a dichiarazioni chiassose nel Parlamento, ad affiggere manifesti, a canti e fanfare. Tutti i tentativi fatti dall'interno del partito socialista per imporre le questioni operaie e l'ideologia proletaria furono combattute con accanimento con le armi piú sleali; cosí nella sessione del Consiglio nazionale socialista tenuta a Milano nell'aprile 1920, Serrati giunse a dire che lo sciopero generale che era scoppiato in quel momento in Piemonte e che era appoggiato dagli operai di tutte le categorie, era stato provocato artificialmente da agenti irresponsabili del governo di Mosca.
Nel marzo 1920, le classi possidenti cominciarono a organizzare la controffensiva. Il 7 marzo fu convocata a Milano la prima Conferenza nazionale degli industriali che creò la Confederazione generale dell'industria italiana. Nel corso di questa conferenza fu elaborato un piano preciso e completo d'azione capitalista unificata; tutto vi era previsto, dall'organizzazione disciplinata e metodica della classe dei fabbricanti e dei commercianti fino allo studio minuto di tutti gli strumenti di lotta contro i sindacati operai, fino alla riabilitazione politica di Giovanni Giolitti. Nei primi giorni di aprile la nuova organizzazione otteneva già il suo primo successo politico: il partito socialista dichiarava anarchico e irresponsabile il grande sciopero del Piemonte che era scoppiato in difesa dei Consigli di fabbrica e per ottenere il controllo operaio sull'industria; il partito minacciò di sciogliere la sezione di Torino, che aveva diretto lo sciopero.
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