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      Il compagno Bombacci, invece di portare nella discussione la voce fiera e dignitosa del proletariato internazionale, vittorioso in Russia dove tiene saldamente il potere nelle sue mani, lasciando vivacchiare per propria convenienza alcune forme di economia privata che non rappresentano che un'infima parte dell'economia nazionale, si abbassò fino all'adulazione della rivoluzione fascista e della mania di grandezza di Mussolini con luoghi comuni di una banalità sconsolante. Già, è opportuno ricordarlo, fin dagli inizi della partecipazione alla vita parlamentare della frazione fascista, gli operai avevano visto con dolore e stupore che Bombacci non sapeva tenere con questi individui, le cui mani erano macchiate di sangue proletario, che rapporti improntati a una deplorevole cordialità.
      La cortesia amichevole di Bombacci nei riguardi dei suoi «colleghi» fascisti è stata largamente sfruttata dai giornali opportunisti nelle loro polemiche contro il nostro partito. In una recente riunione fascista, il segretario generale del fascio, Giunta, parlando della «curiosa abitudine» di Bombacci, è giunto fino al punto di proporre, in tono semi scherzoso, di accordare a Bombacci la tessera di adesione al partito di Mussolini.
      Il Partito comunista italiano doveva porre un termine a questo spettacolo indecoroso provocato dalla debolezza e dalla incapacità di un compagno inviato alla Camera dall'eroico proletariato di Trieste perché vi facesse del parlamentarismo rivoluzionario...
      Il fallimento del sindacalismo fascista40


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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