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      Se questa tattica si generalizza e si estende alle campagne, sarà affrettata sia la disgregazione del fascismo sia la riorganizzazione delle forze rivoluzionarie.
      Questa tattica, è vero, è avversata dai riformisti e dai massimalisti istallatisi alla direzione delle Centrali dei sindacati legali, padroni d'altronde anche degli unici giornali proletari che si pubblicano ancora in Italia. Socialisti e massimalisti dimostrano cosí ancora una volta di non voler realmente combattere il fascismo. Certo essi correrebbero un grosso rischio se pretendessero di affrontare il fascismo per contestargli, nel seno delle sue stesse organizzazioni, il controllo e la direzione delle masse. Ma è una ragione per rinunciarvi? D'altra parte è certo che larghe masse non solo di operai agricoli ma anche di operai di fabbrica, non avendo nessun altro mezzo per lottare contro la borghesia, si lascerebbero trascinare dalla demagogia fascista sperando cosí di aver ragione dei padroni. L'intransigenza dei riformisti e dei massimalisti non si volge in realtà contro il fascismo, ma contro la parte piú povera e arretrata del proletariato. Per colmo questa intransigenza manca di logica e ammette fin troppe concessioni pratiche ai detentori fascisti del potere.
      Italia e Jugoslavia41
     
      Il trattato d'amicizia concluso tra l'Italia e la Jugoslavia, che liquida la questione di Fiume e apre una nuova era nei rapporti tra i due paesi, è stato determinato principalmente da tre cause:
      1) L'avvicinarsi della campagna elettorale in Italia.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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