Il fascismo tende a dare alla dittatura di classe della borghesia una stabilità e una permanenza che derivano dalla trasformazione aperta dello Stato sedicente liberale di un tempo in organo e forma di questa dittatura. Chiunque ha un interesse economico di classe da difendere trova davanti a sé sbarrata la via inesorabilmente. Ogni contadino popolare per ciò deve oggi concludere quello che noi concludiamo: che nessuna conquista è possibile, se non come conseguenza di una lotta che si proponga di togliere di mezzo l'ostacolo unico della dittatura del fascismo. Il gruppo borghese che ha inquadrato e politicamente diretto la massa popolare nel dopoguerra viene in questo modo ad aver esaurita la propria funzione. Il contrasto tra la sua mentalità e il suo programma e la mentalità e il programma delle masse che ancora seguono il partito è destinato a diventare sempre piú profondo, via via che il fascismo procede nel suo cammino, e l'approfondimento non potrà non avvenire nella direzione da noi indicata.
La vera crisi del partito popolare sta qui. A capo di essa vi è un gruppo il quale non è piú in grado di comprendere e risolvere il problema delle masse che lo seguono. Vi è anche la sinistra, ma forse valgono per essa le stesse cose che abbiamo dette della destra. L'unica manifestazione politica della sinistra è stata la proposta di astenersi dalle elezioni, cioè una proposta che è l'indizio di mentalità esclusivamente parlamentaristica, contraria a quella che dovrebbe essere propria di un partito di masse.
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