Ecco il romanticismo, ecco l'ambiente romantico in cui si è formata l'anima fascista. Perché il romanzo d'appendice, tipo casa Sonzogno, era cosí popolare in Italia prima della guerra? Perché Il secolo è stato il giornale piú diffuso? Perché Carolina Invernizio è stata la romanziera (e il romanziere) piú letta? Perché ha ancora tanta fortuna il teatro di Dario Niccodemi? Perché il sovversivismo italiano era prima della guerra prevalentemente «criminalista» e pareva fine della rivoluzione quello di riformare le prigioni e i manicomi? Perché il piú grande sforzo teorico e oratorio di Filippo Turati è stato rivolto ad ottenere il voto alle prostitute, con estrema eleganza chiamate «salariate dell'amore»? Il romanzo d'appendice, l'ideologia per cui è nato ed ha avuto enorme fortuna il romanzo d'appendice, è il romanticismo. Victor Hugo è stato un grande romantico e il piú grande scrittore di romanzi d'appendice: Scampolo è la sorella di Gavroche; Mario Gioda, Massimo Rocca sono diventati anarchici leggendo le lotte di Jean Valjean contro Javert, commovendosi all'idillio di Mario, all'eroismo materno di Fantina, alla capitolazione della nobiltà dinanzi al diritto del popolo, generoso pur nella sua abiezione e nei suoi delitti. Mario Gioda e Massimo Rocca hanno rassodato la loro concezione nei romanzi di Eugenio Sue, sono diventati anticlericali leggendo L'ebreo errante, hanno assorbito le teorie sulla delinquenza di Eugenio Sue, il piú completo rappresentante e grandiosamente imbecille di tutto questo movimento romantico, sissignori, romantico e profondamente romantico ed estensivamente romantico e socialmente romantico.
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