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      Nel 1924 la situazione non è piú cosí semplice e facile come allora. Le masse sono disperse, una gran parte di esse è prigioniera del fascismo nelle corporazioni nazionali; la milizia nazionale, centralizzata, coi quadri selezionati, con un armamento piú abbondante e «piú pesante» è ben altrimenti forte delle squadre d'azione. I nostri compiti e i nostri doveri sono divenuti cento volte piú difficili e piú gravi di responsabilità. L'Avanti! e il partito socialista hanno fatto un passo indietro anche dalle posizioni che occupavano nel 1921. Nel 1921 l'Avanti! e il partito socialista erano contrari all'azione generale proposta dai comunisti e la sabotarono in ogni modo fino alla catastrofe dello sciopero «legalitario» dell'agosto 1922, che ebbe solo il risultato di spingere gli industriali e la Corona verso il fascismo e di far decidere l'on. Mussolini al colpo di Stato; ma almeno l'Avanti! e il partito socialista accettavano l'azione caso per caso, ammettevano che almeno quando era presa direttamente alla gola dal fascismo la classe operaia dovesse fare qualcosa. Oggi invece pensano all'astensionismo dalle elezioni, si schierano coi riformisti contro i comunisti, perché i comunisti vogliono in ogni caso partecipare alla lotta elettorale accanto agli operai e ai contadini che dai fascisti saranno in ogni caso obbligati a votare.
      Che conseguenza avrebbe l'astensione? Darebbe la possibilità teorica di fare una propaganda all'estero per inficiare il risultato delle elezioni, per «dimostrare» che il fascismo non è un governo di maggioranza.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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