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      È un'opera non semplice; ma è necessario che la classe industriale ci si dedichi, perché è interesse di tutti che la compagine della nazione si amalgami ancor piú sulla base degli interessi economici». Gli industriali aiutarono Mussolini con le belle parole, ma alle belle parole seguirono poco dopo dei fatti piú espressivi delle parole: la conquista delle società cotoniere del salernitano e il trasferimento delle macchine, camuffate da ferro vecchio, nella zona tessile lombarda.
      La quistione meridionale non può essere risolta dalla borghesia altro che transitoriamente, episodicamente, con la corruzione e col ferro e col fuoco. Il fascismo ha esasperato la situazione e l'ha in gran parte chiarita. Il non essersi posto con chiarezza il problema in tutta la sua estensione e con tutte le sue possibili conseguenze politiche, ha intralciato l'azione della classe operaia e ha contribuito in larga parte al fallimento della rivoluzione degli anni 1919-20.
      Oggi il problema è ancora piú complicato e difficile che non fosse in quegli anni, ma esso rimane problema centrale di ogni rivoluzione nel nostro paese e di ogni rivoluzione che voglia avere un domani, e perciò deve essere posto arditamente e decisamente. Nell'attuale situazione, con la depressione delle forze proletarie che esiste, le masse contadine meridionali hanno assunta un'importanza enorme nel campo rivoluzionario. O il proletariato, attraverso il suo partito politico, riesce in questo periodo a crearsi un sistema di alleati nel Mezzogiorno, oppure le masse contadine cercheranno dei dirigenti politici nella loro stessa zona, cioè si abbandoneranno completamente nelle mani della piccola borghesia amendoliana, diventando una riserva delle controrivoluzioni, giungendo fino al separatismo e all'appello agli eserciti stranieri nel caso di una rivoluzione puramente industriale del Nord.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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