Nei centri urbani le sue organizzazioni si sono attestate su solide posizioni. Le direttive date dalla direzione del partito sono state seguite con perfetta disciplina. Meno forte è l'organizzazione comunista tra i salariati agricoli, particolarmente numerosi nel nostro paese. Nelle zone puramente agricole (Italia meridionale) tuttavia non abbiamo subito una perdita di seggi: ne abbiamo conquistato tre in Sicilia, Puglia e Campania. In Sicilia e in Puglia i voti sono esclusivamente contadini, il che conferisce loro un significato particolare; essi sono stati superiori alle nostre speranze. La condizione economica delle popolazioni in queste regioni è spaventosa: l'emigrazione è resa impossibile dalla recente legge americana, e ciò provoca una congestione demografica nel momento in cui i grandi proprietari riducono la superficie coltivata. Solo il terrorismo fascista impedisce che si scateni un'ondata di rivolte analoga a quella del 1860-70 e 1890-1900.
All'indomani delle elezioni, il nostro partito ha piú larghe possibilità di agitazione. I suoi compiti sono essenzialmente i seguenti: 1) obbligare il partito massimalista ad uscire dall'equivoco ed a decidersi per il blocco con i comunisti o per la fusione con i riformisti; 2) elaborare un programma di governo operaio e contadino suscettibile di soddisfare le masse contadine che sono le piú provate dal terrore fascista.
La campagna sistematica per l'attuazione di queste parole d'ordine deve soprattutto affrettare la soluzione della crisi nel partito popolare, il quale, sotto la pressione delle masse contadine e nonostante gli sforzi dei suoi dirigenti, sta staccandosi dalla politica del Vaticano, mentre Turati si sforza di asservire alla destra borghese una parte degli operai.
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