Dal punto di vista della classe operaia il fatto piú importante è però un altro, e precisamente la ripercussione fortissima che gli avvenimenti di questi giorni hanno avuto nei ceti medi e piccolo-borghesi: la crisi della piccola borghesia precipita.
Se si tien conto delle origini e della natura sociale del fascismo si comprenderà l'importanza enorme di questo elemento che viene a sgretolare le basi della dominazione fascista. Questo improvviso e radicale spostamento dell'opinione pubblica, polarizzatasi intorno ai partiti della cosiddetta «opposizione costituzionale», pone questi partiti in prima fila nella lotta politica: essi devono rendersi conto, come alcuni strati della stessa classe operaia, delle necessità e delle condizioni che tale lotta impone.
Nel campo operaio non è mancata la immediata ripercussione di questo spostamento di forze: il proletariato ha oggi la sensazione di non essere piú isolato nella lotta contro il fascismo e ciò, oltre all'immutato spirito antifascista che lo anima, determina nell'animo suo la convinzione che la dittatura fascista potrà essere abbattuta ed entro un periodo di tempo assai piú breve di quanto non si sia pensato per il passato. Il fatto che la rivolta morale della popolazione tutta contro il fascismo, nella classe operaia si è manifestata con sia pure parziali scioperi, come forma energica della lotta; l'aver sentito il bisogno e l'aver ritenuto possibile sotto certe condizioni lo sciopero generale nazionale contro il fascismo, dimostra che la situazione va mutando con una rapidità del tutto imprevista.
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