Chi ha dei dubbi in proposito vada fra gli operai e sentirà come sono accolti i malinconici comunicati della Confederazione generale del lavoro imploranti la calma, nei quali si definiscono «elementi irresponsabili» ed «agenti provocatori» quanti fanno propaganda per l'azione: questo linguaggio eravamo abituati un tempo a leggerlo nei comunicati polizieschi...
Dall'atteggiamento e dalla condotta dei vari partiti schierati oggi sul fronte della lotta antifascista si può subito fare una prima constatazione: l'impotenza dell'opposizione costituzionale.
Questi partiti, nel passato, con l'opposizione al fascismo tendevano evidentemente ad attirare a sé la piccola borghesia ed in parte quegli strati della borghesia che, vivendo ai margini della plutocrazia dominante, risentono in parte le conseguenze del suo predominio assoluto e schiacciante nella vita economica e finanziaria del paese. Essi tendono verso sistemi meno dittatoriali di governo. Questi partiti oggi possono dire di aver raggiunto lo scopo, che costituisce per loro la premessa per condurre a fondo la lotta contro il fascismo. La loro azione però, che nella situazione attuale dovrebbe avere un valore decisivo si mostra incerta, equivoca ed insufficiente. Essa riflette in sostanza l'impotenza della piccola borghesia ad affrontare da sola la lotta contro il fascismo, impotenza determinata da un complesso di ragioni, dalle quali deriva altresì l'atteggiamento caratteristico di questi ceti eternamente oscillanti fra il capitalismo ed il proletariato.
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