Essi coltivano l'illusione di risolvere la lotta contro il fascismo sul terreno parlamentare, dimenticando che la natura fondamentale del governo fascista è quella di una dittatura armata, nonostante tutti i ciondoli costituzionali che cerca di appiccicare alla milizia nazionale. Questa d'altronde non ha eliminato l'azione dello squadrismo e dell'illegalismo: il fascismo nella sua vera essenza è costituito dalle forze armate operanti direttamente per conto della plutocrazia capitalistica e degli agrari. Abbattere il fascismo significa, in definitiva, schiacciare definitivamente queste forze, e ciò non si può ottenere che sul terreno dell'azione diretta. Qualsiasi soluzione parlamentare sarà impotente. Qualunque sia il carattere del governo che da tale soluzione potesse derivare, si tratti del rimpasto del governo di Mussolini o dell'avvento di un governo cosiddetto democratico (ciò che d'altronde è assai difficile), nessuna garanzia potrà avere la classe operaia che i suoi interessi ed i suoi diritti piú elementari saranno tutelati, anche nei limiti consentiti da uno Stato borghese e capitalista, fino a quando quelle forze non saranno eliminate.
Per ottenere ciò, occorre lottare contro di esse sul terreno su cui è possibile vincere sul serio e cioè sul terreno dell'azione diretta. Sarebbe un'ingenuità affidare questo compito allo Stato borghese, sia pure liberale e democratico, il quale non esiterebbe a ricorrere al loro aiuto nel caso non si sentisse abbastanza forte per difendere il privilegio della borghesia e mantener soggetto il proletariato.
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