È necessaria una organizzazione nella quale prende carne e figura una volontà chiara di lotta, di applicazione di tutti i mezzi che dalla lotta sono richiesti, senza i quali nessuna vittoria totale mai ci sarà data. Una organizzazione che sia rivoluzionaria non solo nelle parole e nelle aspirazioni generiche, ma nella struttura sua, nel suo modo di lavorare, nei suoi fini immediati e lontani.
Una organizzazione il cui proposito di riscossa e di liberazione delle masse diventi qualcosa di concreto e definito, diventi capacità di lavoro politico ordinato, metodico, sicuro, capacità non solo di conquiste immediate e parziali, ma di difesa di ogni conquista realizzata e di passaggio a conquiste sempre piú alte e a quella che tutto le deve garantire: la conquista del potere, la distruzione dello Stato dei borghesi e dei parassiti, la sostituzione ad esso di uno Stato di contadini e di operai.
Queste cose hanno inteso gli operai riformisti che nel ricordare il loro capo caduto hanno chiesto di entrare nel nostro partito.
Il sacrificio di Matteotti — essi dicono ai loro compagni — si celebra lavorando alla creazione del solo strumento per cui l'idea da cui egli era mosso, l'idea della redenzione completa dei lavoratori, possa ricevere attuazione e realtà: il partito di classe degli operai, il partito della rivoluzione proletaria.
Il sacrificio di Matteotti è celebrato nel solo modo degno e profondo dai militanti che nelle file del partito e della Internazionale comunista si stringono per prepararsi a tutte le lotte del domani.
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