La caduta del fascismo55
Primo: vi è un problema politico contingente, e cioè come si rovescia il ministero presieduto da Benito Mussolini. Le opposizioni borghesi, le quali hanno posto questo problema nel modo piú ristretto possibile, credendo cosí di aver un compito piú facile da assolvere, si stanno dibattendo dal mese di giugno in un vicolo cieco. Pensare infatti di ridurre la crisi del ministero Mussolini a una qualsiasi crisi ministeriale è cosa assurda. Anzitutto vi è la milizia che obbedisce solo a Mussolini e lo pone assolutamente al di fuori del terreno di una manovra politica normale. Per superare l'ostacolo della milizia si è lottato per parecchi mesi, ma sopra un terreno inadeguato. Si è lavorato l'esercito, si è scoperto il re. Ma alla fine ci si è trovati al punto di prima. Mussolini non se ne va. Anche, dato che con la milizia si possano fare i conti a buon mercato, non appena la questione della eliminazione di Mussolini dal governo viene posta in modo concreto, un problema non solo piú grave ma di carattere ancora piú decisivo si presenta: chi farà il processo Matteotti? Un governo Mussolini non può lasciar fare il processo Matteotti. I motivi sono noti. Ma Mussolini non se ne può nemmeno andare e non se ne andrà fino a che non è sicuro che il processo non verrà fatto, né da lui né da nessuno. Anche qui i motivi tutti li sanno. Non fare il processo (e non fare il processo vuoi dire liberare, presto o tardi e forse piú presto che tardi, gli attuali arrestati) vuol però dire andare incontro a una insurrezione dell'opinione pubblica, vuol dire porre il governo alla mercé di qualsiasi ricattatore e spacciatore di documenti riservati e mantenersi ritti sul filo di una spada.
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