In questo senso è accolta con tanto favore la democrazia sostenuta da Trotskij.
Nella mozione si dovrebbe, inoltre, dire come le concezioni di Trotskij e soprattutto il suo atteggiamento rappresentano un pericolo, in quanto la mancanza di unità nel partito in un paese in cui vi è un solo partito, scinde lo Stato. Ciò produce un movimento controrivoluzionario; la qual cosa non significa, però, che Trotskij sia un controrivoluzionario: ché in questo caso ne dovremmo chiedere l'espulsione.
Dalla questione Trotskij si dovrebbero, infine, dedurre degli insegnamenti per il nostro partito. Trotskij, prima degli ultimi provvedimenti, si trovava nella posizione in cui attualmente si trova Bordiga nel nostro partito: egli aveva nel Comitato centrale una parte puramente figurativa. La sua posizione costituiva uno stato tendenziale di frazione, cosí come l'atteggiamento di Bordiga mantiene nel nostro partito una situazione frazionistica obbiettiva. Sebbene Bordiga abbia formalmente ragione, politicamente ha torto. Il Partito comunista italiano ha bisogno di avere la sua omogeneità e che sia abolita questa situazione potenziale di frazione.
L'atteggiamento di Bordiga, come fu quello di Trotskij, ha delle ripercussioni disastrose: quando un compagno che ha il valore di Bordiga si apparta, nasce negli operai una sfiducia nel partito, e quindi si produce del disfattismo. Cosí come in Russia, quando Trotskij assunse quel suo atteggiamento, molti operai pensarono che nella Russia tutto fosse in pericolo.
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