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      La trattazione di questi problemi organizzativi importantissimi richiederà un'apposita sessione della Centrale.
      Quanto al problema di accrescere l'attività e la capacità politica del partito, si deve riconoscere che esso è importante e che deve essere esaminato a fondo. La scomparsa della Confederazione generale del lavoro rende necessario un piú grande lavoro da parte nostra, e una piú vasta attività da parte della sezione di agitazione e propaganda, che riesca ad adattare le parole d'ordine generali alle situazioni locali in modo da tradurle effettivamente in azione concreta e continua. La proposta della compagna Silvia di rendere piú efficienti gli uffici centrali di lavoro a questo scopo e di accrescere i rapporti fra il centro e la periferia è buona. La conoscenza di tutte le situazioni locali richiederebbe però al centro un'attenta indagine e l'esame della stampa dei vari centri; limitando per ora questo campo di attività ai centri maggiori, ciò può essere fatto. Cosí, sarà certamente utile di mantenere un contatto diretto con le maggiori e piú importanti cellule; si potrà anzi di questo particolare lavoro incaricare un compagno. Certo tutto il modo della nostra attività e del nostro lavoro, come le direttive di organizzazione del partito, dovrà essere riesaminato in rapporto alla nuova situazione.
      Circa i fatti di Torino, se è vero che il compagno Boschi ebbe il torto di agire per conto proprio, senza alcuna consultazione né della massa, né dell'organizzazione del partito, né delle cellule della Fiat e neppure delle stesse commissioni interne e trascurando ogni agitazione e azione politica tra gli operai e nei confronti della Fiat, si deve però riconoscere che i risultati nel loro insieme furono buoni e che la situazione oggettiva prodottasi ci fu favorevole.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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