In generale si può dire che la tendenza Farinacci nel partito fascista manca di unità, di organizzazione, di princìpi generali. Essa è piú uno stato d'animo diffuso che una tendenza vera e propria. Non sarà molto difficile al governo di disgregare i suoi nuclei costitutivi. Ciò che importa dal nostro punto di vista è che questa crisi, in quanto rappresenta il distacco della piccola borghesia dalla coalizione borghese agraria fascista, non può non essere un elemento di debolezza militare del fascismo.
La crisi economica generale è l'elemento fondamentale della crisi politica. Occorre esaminare gli elementi di questa crisi perché tra di essi alcuni sono inerenti alla situazione generale italiana e funzioneranno negativamente anche nel periodo di dittatura proletaria. Questi elementi principali possono essere cosí fissati: dei tre elementi che tradizionalmente costituiscono l'attivo della bilancia italiana, due, le rimesse degli emigrati e l'industria del forestiero, sono crollati. Il terzo elemento, l'esportazione, subisce una crisi. Se ai due fattori negativi — rimesse degli emigrati ed industria del forestiero — e al terzo fattore parzialmente negativo — esportazione — si aggiunge la necessità di forti importazioni granarie per il fallimento del raccolto, è evidente che le prospettive per i prossimi mesi si presentano come catastrofiche. È necessario tener conto di questi quattro elementi per comprendere l'impotenza del governo e della classe dirigente. Certo, se il governo niente o quasi niente può fare per aumentare le rimesse degli emigrati (tener conto dell'iniziativa prospettata dal signor Giuseppe Zuccoli, presunto successore di Volpi al dicastero delle Finanze) e per far prosperare l'industria del forestiero, qualche cosa invece può fare per aumentare l'esportazione.
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